Ludovico (Alvise) Gritti era il figlio naturale del doge di Venezia, al 1480 a Costantinopoli, dove il padre esercitava con successo il mestiere di mercante e di banchiere. Sua madre, di cui non si conosce la nazionalità, era molto probabilmente una concubina del padre. Ludovico Gritti era stimato da tutti uomo d'eccellente ingegno. Stabilitosi definitivamente sul Bosforo, aveva seguito le orme del padre dedicandosi anche lui e con notevoli profitti alla professione di mercante e di banchiere. Fu un eccellente partner commerciale della Repubblica di Venezia, ma anche un suo fedele informatore politico-militare.
Divenuto uno degli uomini finanziariamente più potenti di Costantinopoli grazie anche alla protezione di cui godeva da parte del gran visir Ibrahim pascià e del sultano Solimano il Magnifico, Ludovico Gritti non tardò a entrare in politica, salendo alle più alte cariche del Regno d'Ungheria di Giovanni Zápolya. In breve tempo divenne sommo tesoriere, governatore del regno, comandante supremo dell'esercito, vescovo eletto di Eger. Tuttavia, i suoi metodi dispotici di governo, il suo immenso potere politico e finanziario e le sue smisurate ambizioni - era addirittura corsa voce che aspirasse alla corona magiara e che si fosse fatto musulmano per entrare nella schiera dei pascià ottomani - gli procurarono numerosi avversari sia in Ungheria che a Costantinopoli. Cadde perciò vittima dell'odio dei suoi nemici, trovando una morte atroce a Mediaș, in Transilvania, il 29 settembre 1534.